La c.d. “rivoluzione digitale” (o "quarta rivoluzione") e la presenza capillare delle nuove tecnologie hanno radicalmente modificato la società, i rapporti con le imprese e con la P.A., il mercato e la stessa organizzazione produttiva, con una parallela crescita nella domanda di nuove forme di tutela e di garanzia dei diritti fondamentali.

Tanto nel settore privato che nei rapporti che coinvolgono la P.A., il processo di digitalizzazione costituisce obiettivo prioritario per garantire servizi di maggiore qualità, efficienza ed efficacia, oltre che per creare nuove opportunità di sviluppo per l’economia del Paese; la transizione sempre più consistente verso una società “digitale” ha, naturalmente, varie implicazioni, come ad es.:

- la tutela della privacy e di tutte quelle nuove categorie di interessi meritevoli di tutela (c. d. diritti epistemici) connessi al tema del c. d. capitalismo della sorveglianza, ossia di quel modello di produzione e accumulazione della ricchezza praticato dalle grandi Corporations digitali (Amazon, Google, Facebook) e fondato su una sregolata combinazione di Big Data e algoritmi, al fine di ‘automatizzare’ i comportamenti dei singoli utenti – in Rete come nel mondo reale – trasformandoli in beni commerciabili sul mercato;

- la dematerializzazione del diritto di proprietà dei dati (con attenzione al tema della c.d. bit property e dei cc.dd. NFT o non-fungible token);

- la dematerializzazione dei servizi di pagamento (tributi) e dell’adempimento delle obbligazioni pubbliche e private (e forme di tutela);

- la considerazione delle piattaforme digitali e delle forme della contrattazione algoritmica (pubblica o privata: Smart Contracts; black box algorithmics contracts; self-driving contracts); nonché del correlato problema della responsabilità da inadempimento di obbligazioni c. d. algoritmiche e dei rimedi in ipotesi di danno provocato da Robot;

- le garanzie di sicurezza informatica (sistemi crittografati e tecnologia blockchain);

- la revisione dei tradizionali processi e procedimenti amministrativi tra cittadino e P.A. (in questo contesto, sarà oggetto di ricerca anche l’utilizzo degli algoritmi da parte della P.A.);

- l'attivazione e la fruizione dei servizi pubblici, la valorizzazione dei beni culturali e del turismo in forma digitale.

La tecnologia, inoltre, può essere un importante mezzo per sostenere l’inclusione sociale delle persone disabili, sia sotto il profilo della cura e della riabilitazione, ma altresì per il miglioramento della loro qualità di vita, attraverso il raggiungimento di una maggiore autonomia, che permetta loro di lavorare, di studiare, di comunicare e relazionarsi con gli altri.

In questo contesto, il corso di Dottorato approfondisce tre linee di ricerca principali:

• nuove tecnologie, sicurezza, persona e diritti fondamentali;

• nuove tecnologie e digitalizzazione della P.A.;

• nuove tecnologie, offerta turistica e culturale.

Oggetto di specifica considerazione, naturalmente, saranno anche i profili della responsabilità per l’utilizzo delle tecnologie digitali e della giustizia predittiva.

Il corso di Dottorato ha durata triennale.

Durante il percorso, i dottorandi saranno tenuti a trascorrere un periodo formativo all’estero, presso università straniere.

Il Corso si svolge mediante un programma annuo di lezioni e seminari, nonché mediante la partecipazione dei dottorandi a convegni, nazionali e internazionali, attinenti al percorso di dottorato. La frequenza alle attività didattiche è obbligatoria.

Ogni dottorando è tenuto allo svolgimento di una ricerca su un tema concordato e sotto la costante guida di un docente tutor. I risultati della ricerca, annualmente verificati nel loro stato di avanzamento, verranno raccolti e discussi nella tesi di dottorato (che dovrà essere contraddistinta dalla originalità e da una piena acquisizione delle tecniche di ricerca e delle conoscenze teoriche generali).

Il dottorato, in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 8 del D.M. n. 351 del 9 aprile 2022, prevede altresì un periodo (di sei mesi) di studio e ricerca in imprese e Pubbliche Amministrazioni. Gli enti coinvolti nel percorso formativo sono i Dipartimenti Transizione digitale, Programmazione unitaria, Turismo, Marketing territoriale e Mobilità, Istruzione e Cultura della Regione Calabria, la Direzione regionale INPS Calabria, Fincalabra e IFM (enti che hanno già espresso adesione attraverso apposita lettera d'intenti).

Obiettivi e sbocchi occupazionali e professionali previsti

Il corso di Dottorato - improntato all’eccellenza, alla interdisciplinarietà e alla internazionalizzazione - ha l’obiettivo di promuovere la ricerca sulle implicazioni giuseconomiche delle moderne tecnologie, avendo riguardo sia ai rapporti tra privati che a quelli con la Pubblica Amministrazione. Nello specifico, si offre un percorso formativo volto all’acquisizione delle competenze scientifiche e metodologiche necessarie alla formazione nello specifico settore della digitalizzazione e delle innovazioni tecnologiche applicate alle scienze giuridiche, mirando a fornire una formazione elevata e all’avanguardia, sia sotto i profili di contenuto che di metodo, nello svolgimento di attività di ricerca di alto livello e finalizzata all’acquisizione di una formazione teorica e una competenza specifica nei settori scientifico-disciplinari coinvolti.

La frequenza del dottorato è diretta, infatti, all’acquisizione di competenze per la prosecuzione dell’attività di ricerca, ma anche per lo svolgimento di attività professionali nei settori coinvolti nel percorso di studio, per l’accesso ai ruoli dirigenziali delle pubbliche amministrazioni locali, nazionali e sovranazionali, nonché di istituzioni dell’Unione europea e/o di organizzazioni internazionali, per l’inserimento nei settori dell’industria e del commercio presso imprese con elevata propensione all’innovazione ed all’utilizzo delle nuove tecnologie e per l’avvio della libera professione come avvocato/consulente esperto in materia di trasformazione tecnologica e digitale e dei relativi quadri normativi.