Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro
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Dettaglio Ricerca

Microbiota intestinale come mediatore tra le abitudini alimentari e i disordini del sistema nervoso centrale

Scienze Mediche, Preventive E Della Nutrizione Per La Salute E La Longevità - 40 Ciclo

GDG
Tutor

Gianfranco Di Gennaro

...
Co-Tutor

Aida Bianco

CP
Dottorando

Cristina Politi

Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato l'importanza del microbiota intestinale nella salute umana, in particolare nella modulazione dei disturbi neurologici attraverso l'asse intestino-cervello. Questo progetto mira a esplorare come le abitudini alimentari influenzino la composizione del microbiota intestinale e, di conseguenza, il suo ruolo nei disturbi del sistema nervoso centrale. Il microbiota intestinale è un ecosistema complesso composto da trilioni di microrganismi che risiedono nel tratto gastrointestinale umano. Questo ecosistema svolge ruoli cruciali nella digestione, nella produzione di vitamine e nella modulazione del sistema immunitario. Studi recenti hanno dimostrato che il microbiota può influenzare il sistema nervoso centrale (SNC) attraverso meccanismi immunologici, endocrini e metabolici. L'obiettivo principale di questo progetto è analizzare come le diverse abitudini alimentari possano modulare la composizione del microbiota intestinale e come queste modifiche possano mediare la sintomatologia di disturbi neurologici, quali epilessia, e/o psichiatrici quali ansia e depressione. La letteratura scientifica suggerisce che diete diverse producono effetti distinti sulla composizione del microbiota intestinale. Ad esempio, la dieta occidentale, ricca di grassi e zuccheri, è stata associata a una riduzione della diversità microbica e a un aumento di batteri pro-infiammatori. Al contrario, la dieta mediterranea, ricca di fibre, antiossidanti e grassi insaturi, è stata correlata a una maggiore diversità del microbiota e a benefici per la salute mentale. Numerosi studi indicano che il microbiota intestinale può influenzare i disturbi neurologici. Alterazioni nella composizione del microbiota sono state osservate in individui con depressione, autismo e malattie neurodegenerative. I meccanismi ipotizzati includono la produzione di metaboliti neuroattivi, la modulazione dell'infiammazione sistemica e l'interazione con il sistema nervoso enterico. Il progetto prevede uno studio osservazionale su un campione di adulti di età compresa tra i 18 e i 65 anni. I partecipanti saranno classificati sulla base delle loro abitudini alimentari: dieta occidentale, dieta mediterranea, dieta vegetariana/vegana, altro. Saranno raccolti dati dettagliati sulle loro abitudini alimentari tramite questionari validati. Per analizzare il microbiota intestinale, verranno prelevati campioni fecali dai partecipanti e analizzati utilizzando tecniche di sequenziamento del DNA batterico. I disturbi neurologici saranno valutati utilizzando anamnesi clinica, test psicologici standardizzati e questionari specifici per ciascun disturbo. Le ipotesi che saranno testate riguardano la variazione nella composizione del microbiota intestinale in relazione alle diverse abitudini alimentari. Si prevede che una dieta mediterranea sarà associata a una maggiore diversità microbica e a un profilo batterico favorevole, mentre la dieta occidentale sarà correlata a una riduzione della diversità e a un aumento di batteri pro-infiammatori. Si prevede che specifici profili del microbiota saranno associati alla presenza e alla gravità dei disturbi neurologici. Si ipotizza che l’effetto complessivo dell’alimentazione sulla sintomatologia sia in buona parte mediato dalle alterazioni del microbiota.