Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro
Scuola Dottorati
Scuola Dottorati
Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro

Dottorato in

Molecular And Translational Oncology

PT
Coordinatore Pierosandro Tagliaferri Oncologia medica

Il Corso di Dottorato di Ricerca in Oncologia Molecolare e Traslazionale si svolge presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica (DMSC) dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Questo programma di dottorato si distingue per la sua ampia varietà di aree di interesse e linee di ricerca, che spaziano dallo studio di patologie oncologiche a quelle dismetaboliche e vascolari. L'attività di ricerca del DMSC è caratterizzata da un approccio multidisciplinare, che combina competenze diverse per affrontare le problematiche scientifiche e mediche.

Il DMSC ha dimostrato la sua produttività attraverso numerose pubblicazioni in riviste internazionali con revisione tra pari, presentazioni a congressi nazionali e internazionali e l'acquisizione di finanziamenti da enti pubblici e fondazioni private, come l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), il Ministero della Salute e l’Unione Europea. Questi finanziamenti supportano sia la ricerca di base che studi clinici condotti dai docenti del Dipartimento.

Il dottorato è strutturato in un unico curriculum e condivide una visione e una metodologia comune, mentre si fonda su diverse competenze legate alla medicina traslazionale. Gli obiettivi del corso sono volti a garantire che i dottorandi raggiungano un'autonomia operativa nella ricerca sperimentale, sviluppando tecnologie avanzate e gestendo le fasi formali di sviluppo dei prototipi. I programmi di ricerca sono chiaramente delineati in termini di obiettivi, milestones e risultati finali attesi.

Il focus principale del dottorato è sull'innovazione nell’offerta diagnostico-terapeutica, passando dal proof-of-concept alla fase di sviluppo precompetitivo e competitivo di prodotti. I dottorandi acquisiranno competenze per la preparazione di documentazione formale, come l’Investigational Medicinal Product Dossier (IMPD), necessario per l'approvazione da parte degli enti regolatori. È fondamentale che i risultati della ricerca siano attribuibili ai dottorandi e che siano resi accessibili, rispettando le normative sulla protezione intellettuale.

Il corso di dottorato non si limita a sommare procedure di traslazione alla clinica, ma punta a formare professionisti altamente qualificati, capaci di gestire ogni fase del processo di trasferimento tecnologico in oncologia traslazionale. Il programma incoraggia anche la mobilità e l'internazionalizzazione, promuovendo attività didattiche regolari condotte dai dottorandi per migliorare ulteriormente la loro formazione. In sintesi, il dottorato si propone di formare figure professionali in grado di contribuire significativamente all'innovazione nel campo dell'oncologia e della medicina traslazionale.


  • Ciclo: XL
  • Anno Accademico: 2024/2025
  • Area: Area biomedica-farmacologica
  • Posti disponibili: 1
  • Durata: 3 Anni
  • Dipartimento: DMSC
  • Bando: Link al Bando

Contatti:

 

Attività / Docente Anno Semestre CFU/ORE Periodo
"Management Of Clinical Research In Breast Cancer"
Nicoletta Staropoli
Primo Primo -

 

Uncovering Novel Biomarkers And Molecular Drivers Of Colorectal Cancer Progression Via Proteomic Profiling"
Vittorio Abbonante
Primo Primo -

 

⁠"Technological Innovations In Urological Surgery"
Francesco Cantiello
Primo Primo -

 

"Interpretation Of Genetic Variants In Oncology"
Rodolfo Iuliano
Primo Primo -

 

"Preclinical Research Methodologies In Nuclear Medicine And Development Of New Radiopharmaceuticals"
Primo Primo -

 

Clinical Applications And Preanalytical Issues In Liquid Biopsy
Enrico Iaccino
Primo Primo -

 

Data Titolo
Sviluppo di approcci diagnostici non invasivi per il monitoraggio e la caratterizzazione molecolare della progressione tumorale.

La risposta incompleta ai trattamenti onco-soppressivi, inclusa quelli basati sulla tecnologia CAR- T, può indurre una malattia minima residua (MRD) selettiva con frequenti esiti fatali. I recenti tentativi di aumentare il tasso di remissioni cliniche e di eliminazione della malattia hanno solo parzialmente alleviato la prognosi infausta di queste neoplasie, che, nei paesi industrializzati, comprendono un'ampia percentuale di malattie tumorali. Negli ultimi anni, l'analisi del circoloma tumorale mediante biopsia liquida, compresi gli esosomi derivati dal tumore, sta emergendo come uno strumento promettente per la diagnosi precoce e il monitoraggio dei pazienti oncologici. Qui proponiamo di sfruttare il potenziale degli esosomi derivati dal tumore come strumento per lo sviluppo di applicazioni teranostiche per la gestione dell'MRD. L’obbiettivo del progetto si concentra nel tradurre il potenziale informativo fornito dalla stratificazione molecolare dei pazienti in beneficio clinico, aprendo nuove possibilità nella gestione sanitaria grazie a un ambiente attivo e traslazionale che ospiterà l'intero progetto di ricerca. I già messi a punto modelli preclinici, la disponibilità di campioni di pazienti e l'esperienza nella gestione di esperimenti in vivo, garantiscono la fattibilità del progetto e l’ottenimento di risultati rapidi. La necessità di ottimizzare le terapie mirate nella gestione della MRD deve essere intesa come una grande opportunità per fondare la maggior parte degli obiettivi del progetto. In linea con gli intenti del PNRR, e più precisamente coerentemente con la citata missione M6C2 dedicata al rafforzamento della ricerca biomedica del SSN, tutto ciò sarà volto a fornire un contributo sostanziale all'avanzamento della diagnostica tradizionale verso l'individualizzazione e gestione del trattamento a misura di paziente.

Tutor: Enrico Iaccino Dottorando: Elisabetta Pingitore
Algoritmo di farmacogenomica basato su dati biologici nel carcinoma mammario metastatico: studio di potenziali biomarcatori ottimizzati per identificazione precoce di biomarcatori predittivi di risposta al trattamento e predittivi di tossicità farmaco specifica nel trattamento con CDK4/6i.

Nonostante i promettenti progressi clinici con gli inibitori di CDK4/6 (CDK 4/6i) nel trattamento del carcinoma mammario HR+/HER2-, esistono due unmet need clinici per questo trattamento: l’identificazione di pazienti più suscettibili ad eventi avversifarmaco-specifici, in particolare neutropenia di grado elevato (grado 3 o 4) con palbociclib o ribociclib o la diarrea di grado >2 con abemaciclib, che portano all'interruzione e/o alla sospensione del trattamento; a questo si aggiunge la mancanza di biomarcatori predittivi di risposta affidabili e facilmente fruibili in pratica clinica. Le variazioni nei geni legati al metabolismo dei farmaci, come i polimorfismi a singolo nucleotide (SNP), possono avere un impatto sulla farmacocinetica o sulla farmacodinamica di un farmaco, che a sua volta influenza i risultati clinici. La risposta interindividuale allo stesso trattamento potrebbe essere dovuta a varianti polimorfiche nei geni che codificano per trasportatori o enzimi metabolizzanti i farmaci (ADME), che limitano l’esposizione delle cellule tumorali ai farmaci. Lo scopo dei test di farmacogenomica è identificare i biomarcatori per la stratificazione dei pazienti in base al loro genotipo prima della terapia, massimizzando l'efficacia del farmaco e/o riducendo la tossicità. La definizione dei determinanti della variabilità interindividuale può fornire informazioni critiche, guidando la progettazione della futura ricerca clinica definendo strategie razionali per massimizzare il beneficio clinico e minimizzare gli effetti avversi nei pazienti trattati con CDK4/6i. Scopo di questo progetto è l’identificazione di un pannello di biomarcatori predittivi e prognostici clinici, sierici, genetici e patologici in grado di predire la risposta, la tossicità e la resistenza primaria al trattamento con CDK4/6i al fine di guidare lo sviluppo di strategie di trattamento personalizzate.
 

Tutor: Nicoletta Staropoli Dottorando: Maha Munir
Ricostruzione mammaria post-mastectomia in pazienti sottoposte ad intervento ricostruttivo con tecnica prepettorale con utilizzo di ADM/Mesh sintetiche e tecnica dual plane con utilizzo del lembo sottomammario adipo-fasciale (SMAF-Flap)

L’approccio chirurgico predominante per la ricostruzione mammaria post- mastectomia prevede l’utilizzo di dispositivi protesici. Secondo la tecnica maggiormente applicata negli ultimi anni, tali dispositivi possono posizionarsi in una tasca, completa o parziale, creata al di sotto del piano muscolare toracico. Nonostante i vantaggi di questa metodica (basso rischio di contrattura capsulare (CC), rippling e palpabilità dei margini dell’impianto), il coinvolgimento muscolare è spesso causa di scapola, contratture e animazione della protesi durante i movimenti degli arti superiori. Questo ha portato allo sviluppo della ricostruzione mammaria pre-pettorale, oggetto del nostro studio e, ad oggi, tra gli argomenti di maggiore interesse nell’ambito della chirurgia ricostruttiva della mammella. Questa tecnica, accantonata per diverso tempo a causa di risultati preliminari che evidenziarono un maggior rischio di CC, esposizione e perdita dell’impianto, è riemersa grazie all’introduzione di reti sintetiche e membrane biologiche
(Acellular Dermal Matrix, ADM), che, secondo i primi studi, facilitano il posizionamento della protesi, ne garantiscono una migliore copertura e permettono un maggior controllo delle complicanze. Nello specifico, la ricostruzione mammaria eterologa prepettorale in un unico tempo (DTI) dopo mastectomia Nipple Sparing (NSM) rappresenta ad oggi il gold standard. Nel caso in cui non sia indicato l’approccio prepettorale sono stati descritti diversi metodi per garantire una copertura aggiuntiva dei tessuti molli sotto i lembi cutanei di mastectomia al fine di proteggere i dispositivi protesici. Sebbene infatti la ricostruzione prepettorale offra diversi vantaggi, la sua fattibilità dipende da molteplici fattori. In pazienti con mammelle piccole, spesso i lembi risultano inadeguati per accogliere una protesi mammaria definitiva. Le caratteristiche anatomiche del torace, la qualità dei tessuti e l’assenza di espansori volumetricamente conformi possono pregiudicare il posizionamento di un espansore tissutale completamente retromuscolare, rendendo necessaria una ricostruzione Dual-Plane con utilizzo di ADM, spesso gravata da costi elevati. In questi casi proponiamo una tecnica di ricostruzione mammaria DTI-Dual plane, con posizionamento di una protesi definitiva in sede retropettorale, in una tasca completamente autologa composta dal muscolo grande pettorale ed un lembo sottomammario adipo-fasciale (SMAF-Flap) basato sulle arterie perforanti a completamento del polo inferiore/ laterale. Questa tecnica innovativa è veloce, sicura e garantisce una minima morbilità dell'area donatrice.

Tutor: Marco Marcasciano Dottorando: Jacopo Nanni
Ruolo di CD98hc (Slc3a2) nell'equilibrio Th17/Treg e interazioni funzionali con SGK1 e RANBP1 nelle cellule T-residuali del micro-ambiente immunologico della leucemia linfoblastica acuta (ALL) pediatrica

La leucemia linfoblastica acuta (ALL) è la forma più comune di cancro infantile e rappresenta circa l'80% di tutte le leucemie infantili. Gli attuali regimi di trattamento per la leucemia linfoblastica pediatrica comprendono la chemioterapia, la radioterapia e il trapianto di cellule staminali. Tuttavia, la recidiva rimane una sfida significativa e sono necessari nuovi bersagli terapeutici. Studi recenti hanno dimostrato che uno squilibrio tra cellule T helper (Th) 17 e cellule T regolatorie (Tregs) contribuisce allo sviluppo e alla progressione dell'ALL pediatrica. CD98hc (Slc3a2) è una proteina transmembrana di tipo I coinvolta nel trasporto degli aminoacidi ed è stata implicata nell'attivazione e nella differenziazione delle cellule T. Recenti evidenze dimostrano un ruolo chiave di CD98hc nel mantenimento di un fenotipo potenzialmente Treg; tuttavia, il meccanismo di questa regolazione fenotipica rimane poco chiaro. Inoltre, recenti evidenze indicano che la notevole plasticità delle cellule Th17/Treg, essenziale per il mantenimento dell'omeostasi immunitaria e quindi per la modulazione del fenotipo neoplastico, può essere mediata da forme ibride di linfociti in grado di coesprimere marcatori e funzioni sia Treg che Th17. SGK1 è una serina/treonina chinasi con un ruolo nella regolazione dell'attivazione delle cellule T, che è stata recentemente implicata come fattore chiave nella differenziazione delle cellule T helper 17 (Th17) attraverso la sua regolazione dipendente da RANBP1, una proteina nucleare Ran-binding coinvolta nel trasporto nucleare.
Questo progetto mira a chiarire il ruolo di CD98hc nell'equilibrio Th17/Treg delle cellule ALL pediatriche, con particolare attenzione alla regolazione delle caratteristiche metaboliche SGK1/RANBP1-dipendenti dei fenotipi immunosoppressivi e infiammatori nelle cellule leucemiche e nel microambiente immunologico. Inoltre, verranno identificati i meccanismi molecolari alla base dell'interazione tra CD98hc, SGK1 e RANBP1 nelle cellule ALL pediatriche. Ciò fornirà spunti per potenziali strategie terapeutiche mirate a questa complessa interazione nell'ALL pediatrica.

Tutor: Francesco Trapasso Dottorando: Clelia Misano Zanotti
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